Ti sembrerà impossibile, ma potresti trovare sollievo dal dolore muscolare con una semplice pallina da tennis. Basta individuare il punto giusto.
Cosa è il trigger point
Il trigger point miofasciale è una zona iper-irritata all’interno di una bandelletta contratta che si trova nella miofibrilla (sindrome miofasciale dolorosa). Quando si forma un trigger point, le bandellette contratte si uniscono e si avvicinano il massimo possibile perdendo elasticità. Quelle non coinvolte sono costrette ad allungarsi per mantenere la normale lunghezza della fascia muscolare. Questo comporta riduzione della mobilità, perché parte delle bandellette è già allungata (quindi l’intera struttura muscolare è limitata nella sua ampiezza), riduzione della forza muscolare, perché non tutte le miofibrille possono essere reclutate durante la contrazione, e rischio di rottura.
Un semplice trigger point può causarti:
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- Spalla dolorosa
- Lombalgie
- Cervicalgie
- Emicrania ed emicrania a grappolo
- Dolore al ginocchio (Gonalgia)
- Sciatalgie false, sindrome del piriforme
- Pubalgia
- Fasciti plantari
- Epicondiliti ed epitrocleiti
Come si forma un trigger point?
Non si sa ancora, come molti altri affascinanti misteri di questa macchina perfetta che è il corpo umano. Non si conosce la causa, né il meccanismo per il quale si creano i trigger point. Si sa però che i punti in cui si formano sono uguali per tutti: punto motore del muscolo o nelle immediate vicinanze. Si creano con il tempo e possono colpire tutti i soggetti indistintamente. Non tutti i trigger point sono uguali però: esistono trigger point attivi e trigger point latenti
Trigger point attivi
Provocano dolore sia a riposo che durante movimenti. Limitano l’elasticità delle fibre e l’allungamento del muscolo, il che causa anche perdita di mobilità articolare. Non incidono sul tono muscolare, ma riducono sicuramente la forza del muscolo, quindi sicuramente pregiudicano l’efficacia di un allenamento. Possono provocare parestesie, formicolio, lacrimazione, sudorazione e sonno disturbato. Il dolore muscolare che rovina il sonno di tanti è il classico dolore riflesso della sindrome miofasciale, la quale però a volte viene confusa con altre problematiche.
Trigger point latenti
Non provoca dolore irradiato durante il movimento, ma scatena dolore nel momento in cui viene sollecitato. Può attivarsi, e quindi dare dolore anche nel movimento, a causa di un sovraccarico, di una postura scorretta e prolungata nel tempo, di affaticamento muscolare o per l’effetto di un altro trigger point.
Come riconoscere un trigger point
Hai un dolore dolore sordo, profondo, ma estremamente variabile nell’arco della giornata? E magari si accentua proprio durante la notte e non ti fa dormire? Ecco, potrebbe trattarsi di sindorme miofasciale dolorosa. In questa sindrome il dolore può, nel giro di poche ore, essere prima lieve, poi trasformarsi in tortura insopportabile, per poi ridursi nuovamente. Ciò è dovuto alla estrema variabilità delle condizioni termiche o vascolari della zona circostante le bandellette infiammate. Durante la notte i dolori aumentano perché la temperatura limitrofa alle bandellette si riduce, il muscolo si raffredda ed il tutto provoca una vasocostrizione locale che accentua la rigidità muscolare. Ok, ho la sindrome miofasciale dolorosa: come posso trattare i trigger point?
Il trattamento dei trigger point
Qui ci torna utile la cara pallina da tennis. I trigger point possono essere portati in stato di latenza con il trattamento mediante pallina da tennis o rullo di schiuma. Non è però una passeggiata di salute. Il trattamento dei trigger point è relativamente doloroso, necessita di mani esperte che sappiano dosare pressione e forza e vanno trattati gradualmente spingendo continuamente più avanti la soglia del dolore.
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